Dicembre 10th, 2020

Il 2020 è l’anno della moda consapevole? Uno scenario post-Covid

di rén collective

Di Alessandra Ciarnó

Art. 33/2020 – Responsabile editoriale: Lorenza Vacchetto

Il 2019 è stato probabilmente l’anno migliore per la moda sostenibile. La Carta delle Nazioni Unite per il clima porta le firme di Stella McCartney, H&M, Inditex, Levi’s e molti altri marchi e sigla l’impegno a ridurre le emissioni di gas serra.
La canapa cotonizzata emerge come possibile alternativa al cotone vergine e le linee guida di Jeans Redesign della fondazione Ellen MacArthur, hanno stabilito un nuovo standard per il design circolare.

Gli eventi di quest’anno, tuttavia, come la pandemia globale, il movimento Black Lives Matter e le elezioni presidenziali statunitensi, stanno evolvendo il termine “sostenibile” e il 2020 potrebbe essere considerato come l’anno in cui il termine “consapevole” sta guadagnando terreno.

Un nuovo report della piattaforma di ricerche di mercato Edited intitolato “The Sustainability Edit 2020”, approfondisce i macro-temi che hanno contribuito a plasmare la sostenibilità quest’anno e le categorie che stanno mostrando il più grande potenziale di crescita.

“La sostenibilità è un tema complesso e con molti fattori coinvolti e molteplici problemi che devono essere affrontati sia dai rivenditori che dai consumatori”, ha precisato Edited.
Quando la Cina ha chiuso le sue fabbriche all’inizio dell’anno in seguito all’esplosione del Covid-19 e le emissioni sono diminuite di quasi il 25%, i supporter della moda sostenibile hanno subito richiamato l’attenzione sull’impatto impressionante che il fast fashion ha sul pianeta. E con il movimento Black Lives Matter sotto i riflettori, i consumatori della Gen Z sono stati ‘’spinti’’ a diventare più consapevoli e più istruiti sulle questioni sociali, politiche e ambientali”, ha riferito Edited.

Nel 2020 il propulsore della moda – le tendenze – ha lasciato lo spazio a questi ampi movimenti culturali e sociali. Molti speravano che questo cambiamento avrebbe fatto uscire i consumatori dal circolo vizioso di acquistare e sostituire fast fashion. Altri immaginavano una sorta di risveglio per tutta l’industria della moda. I designer hanno trascorso la quarantena mettendo insieme dei manifesti che abbandonano il classico calendario della settimana della moda e i saldi di fine stagione e propongono riunioni virtuali per ridurre i costi e l’impatto ambientale dei viaggi.

Mentre è ancora sconosciuto l’impatto a lungo termine della pandemia sul consumo dei privati, la relazione di Edited conferma la crescente popolarità della moda sostenibile e un allontanamento dal fast fashion e dall’abbigliamento di scarsa qualità. […]

“Mentre gli arrivi di fast fashion diminuiscono, i prodotti sostenibili stanno diventando sempre più comuni e i rivenditori aggiornano i loro assortimenti in linea con le priorità che cambiano e la domanda da parte dei consumatori”, ha sottolineato Edited.
La parola chiave più comunemente usata per descrivere nuovi prodotti sostenibili tra Gennaio e Settembre era “consapevole”. […]

Le parole in voga da tenere d’occhio sono: “sostenibile”, “eco”, “100% riciclato” e “vegano”. […]

Categorie da osservare

Sebbene l’attuale domanda di abbigliamento da casa può portare i rivenditori a commettere l’errore di usare troppa cautela quando si tratta di riempire i loro scaffali con jeans – la categoria si sta facendo strada nel mondo della moda sostenibile. Infatti, la narrativa intorno al denim, oltre al blu, riguarda la sostenibilità.

I jeans sostenibili sono fondamentali per gli assortimenti dei rivenditori, ha osservato Edited, “a causa dell’elevata quantità di inquinamento che la produzione di questo materiale causa all’ambiente”.
I prodotti che promuovono alternative come fibre riciclate o tessuti rigenerati, che riducono le sostanze chimiche, l’acqua e l’energia utilizzate per la creazione di nuovi prodotti, sono tra le versioni più accessibili di jeans sostenibili. […]

Il riciclo continuerà a far parte del futuro del denim sostenibile e filande e aziende tessili continuano con le innovazioni in questo campo, ma il prossimo grande passo potrebbe richiedere uno sforzo minore. “La durata dei jeans rende questi prodotti ideali per il crescente mercato dell’usato“, ha precisato Edited.

Con marchi come Nudie Jeans che integrano con successo la vendita dell’usato nelle loro offerte online (e-commerce) e in negozio, e il colosso del denim Levi’s che ha recentemente raddoppiato l’impegno nella rivendita del denim con un nuovo programma di “riacquisto” (buy-back) negli Stati Uniti, si prevede che altri marchi si concentreranno su questo settore in crescita.

Anche i rivali del denim, l’abbigliamento sportivo e quello per il tempo libero, sono sulla strada verso la sostenibilità. L’abbigliamento sportivo realizzato con materiali riciclati rappresenta il 20% dei nuovi arrivi di categoria da Gennaio a Settembre rispetto al 10% del 2019, e il numero di nuovi capi realizzati con poliestere e nylon riciclati è quasi raddoppiato rispetto all’anno precedente. I tessuti naturali, comunque, rimangono importanti, fa notare Edited. Gli investimenti in cotone organico nell’abbigliamento sportivo sono aumentati del 18% in un anno.

I nuovi arrivi di abbigliamento sostenibile da casa sono cresciuti del 93% dal 2018. Prima su tutti la classica T-shirt in cotone organico, che costituisce più della metà degli assortimenti di questa categoria. Il fattore comfort del loungewear sta suscitando anche l’interesse per il cashmere, lino e bambù “consapevoli”, che vantano tra le altre, anche proprietà antibatteriche, ha riferito Edited.

Mentre il denim sostenibile è più presente nell’abbigliamento da donna, se guardiamo all’abbigliamento maschile, l’attenzione va all’abbigliamento sportivo e quello per il tempo libero. […]

Cugini stretti dell’activewear – come i costumi da bagno e l’abbigliamento outdoor – stanno scalando la classifica della moda sostenibile grazie alle innovazioni dei tessuti sintetici riciclati. […]

Fasce di prezzo

La moda sostenibile e gli ingredienti alternativi per produrla, adesso sono più facilmente disponibili, ma il costo finale del prodotto sul cartellino è ancora alto. Le fasce di prezzo delle categorie chiave presso i grandi magazzini degli Stati Uniti mostrano che i prodotti sostenibili hanno un prezzo medio superiore rispetto alle collezioni tradizionali, ad eccezione dei capispalla da donna e dei costumi da bagno per uomo, ha riferito Edited. […]

Che mondo sarà quello che ci aspetta alla fine di questa pandemia? Di sicuro si affermeranno nuove priorità e nuovi obiettivi, nella vita come nelle scelte di consumo. Dal nostro canto ci auspichiamo che questa tendenza – già in atto – di una nuova consapevolezza faccia sì che sempre più persone si orientino verso alternative sostenibili.

La versione originale e più ampia di questo articolo è stata pubblicata il 30 Ottobre 2020 su Sourcing Journal con il titolo: ‘‘Is 2020 the Year of Conscious Fashion?’’ a firma di Angela Velasquez.

 

È iniziato il pre-tesseramento 2021! Pre-ordina qui la tua tessera (valore 20€).

Associandoti a rén collective entrerai a far parte di una non profit che si dedica alla transizione del sistema moda verso un futuro più sostenibile.

Cherie Birkner, Jess Harper Sunday, Clay Banks, Jason Leung, Artem Beliaikin, Jacquemus

Iscriviti alla nostra newsletter

Ricevi le news dal mondo della moda etica e sostenibile. Innovazioni, ispirazioni, eventi, tendenze e materiali.

INSTAGRAM

@ren_collective