Come fermare la crisi ambientale? La UN Fashion Charter, la COP 26 e il nostro impegno

di rén collective

Di Alessandra Ciarnò

Art. 36/2021 – Responsabile editoriale: Lorenza Vacchetto

Come già annunciato, da Giugno 2021 rén collective fa parte delle organizzazioni a supporto della Fashion Charter (Fashion Industry Charter for Climate Action) e, come firmataria della Carta, si impegna a sostenere l’attuazione dei suoi principi, lavorando collettivamente con gli altri sottoscrittori (130 aziende e 41 organizzazioni).

Attraverso l’azione collettiva, possiamo contribuire a trasformare il Pianeta in uno spazio più vivibile! Firmando la Carta, dimostriamo il nostro impegno a fare la nostra parte per garantire che il settore della moda si rivolga verso la strada di un futuro senza emissioni di CO2.

Facciamo parte del Gruppo di lavoro VI che promuove l’azione per combattere il cambiamento climatico. L’obiettivo di questo gruppo è di facilitare la comunicazione attraverso lo sviluppo di una strategia e di una messaggistica comuni, sostenendo l’azione per il clima nel settore della moda.

Questo gruppo:

  • lavora per sviluppare una strategia per spingere il settore moda verso la decarbonizzazione;
  • si impegna a coinvolgere le parti interessate che attualmente non partecipano alle discussioni, ma che sono fondamentali per consentire il cambiamento per un futuro Climate neutral;
  • promuove percorsi che il settore della moda deve intraprendere per rispondere al cambiamento climatico;
  • fornisce input alla strategia di comunicazione

Negli scorsi mesi, abbiamo partecipato ai gruppi di lavoro e il risultato è stato presentato alla COP 26 Lunedì 8 Novembre. Leggi di più su
https://unfccc.int/news/fashion-industry-steps-up-climate-ambition-with-renewed-charter

Gli impegni aggiornati, annunciati a Glasgow, formano un piano di decarbonizzazione, in linea con le ambizioni dell’Accordo di Parigi, di limitare l’aumento della temperatura globale a 1,5 gradi Celsius, rispetto ai livelli preindustriali.

L’industria della moda è uno dei principali attori al livello mondiale e deve essere parte attiva nel contribuire alla realizzazione di questi obiettivi. Al centro degli impegni, c’è l’invito per le aziende a fissare dei cosiddetti Science-Based Targets* entro la fine del 2023 oppure a dimezzare le loro emissioni entro il 2030, con l’impegno di azzerare le emissioni nette entro il 2050.

Altri impegni da attuare entro il 2030, inclusi nella versione aggiornata, riguardano l’approvvigionamento del 100% di elettricità da fonti rinnovabili, l’approvvigionamento di materie prime più eco-friendly e l’eliminazione graduale del carbone dalla filiera produttiva.

Per raggiungere questi obiettivi il sistema moda deve cambiare il modo in cui opera: saranno necessari investimenti significativi, molta più collaborazione tra aziende, tra diversi settori e un intervento dei governi.

Durante l’evento è stato lanciato anche un bando per politiche volte a incentivare l’uso di materiali tracciabili ed ecologici. Siamo tra gli oltre 50 (tra brand, fornitori, rivenditori, ONG e associazioni di settore) che hanno sottoscritto e sostenuto la richiesta ai governi di creare questa politica commerciale.

La proposta è stata avanzata da Textile Exchange, e richiede tariffe preferenziali per materiali come cotone organico e fibre riciclate. L’utilizzo di una nuova politica commerciale che incentiva migliori pratiche di approvvigionamento delle materie prime sarebbe innovativo nella legislazione del settore e faciliterebbe le aziende di moda e tessili che cercano di ridurre il loro impatto ambientale. Questa richiesta supporta l’obiettivo di Textile Exchange di progredire verso la riduzione del 45% delle emissioni di gas serra dalla produzione di fibre tessili e materiali entro il 2030, sempre in linea con l’Accordo di Parigi.

Per aiutare coloro che operano nel settore moda a familiarizzare col tema, la UN Fashion Industry Charter for Climate Action, in collaborazione con fashion brand e produttori in tutto il mondo, ha sviluppato un corso di Climate action training for the fashion industry offerto online e accessibile a tutti per fornire delle conoscenze di base su come intraprendere il percorso per ridurre del 30% le emissioni entro il 2030 e azzerarle entro il 2050. Per registrarsi, basta cliccare qui.

 

Noi, come tutti gli altri sottoscrittori della Carta, continueremo a fare la nostra parte! In quest’ottica, speriamo che il nostro impegno ispiri il nostro network e la nostra community ad attivarsi nella missione climatica. Insieme.

 


* I science-based target (SBT) sono obiettivi di riduzione delle emissioni GHGs la cui ambizione è in linea con il livello di decarbonizzazione richiesto per mantenere l’aumento della temperatura globale al di sotto dei 1.5°C, come descritto nel Fifth Assessment Report dell’Intergovernal Panel on Climate Change (IPCC), e nell’Accordo sul Clima di Parigi. L’iniziativa Science Based Target è nata proprio con l’intento di guidare le aziende nella definizione di obiettivi ambiziosi di mitigazione del cambiamento climatico per garantire che la propria Climate Action sia in linea con gli obiettivi scientifici ed è una collaborazione tra CDP, il Global Compact delle Nazioni Unite, il World Resources Institute e il World Wide Fund for Nature.

 

Immagini: Markus Spiske, Li An Lim, Alessandra Ciarnò, Callum Shaw

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